Bloccato l'accordo da 125 milioni di dollari tra BigG e gli editori statunitensi. Garantirebbe all'azienda di Mountain View uno spropositato vantaggio sui suoi competitor. A decidere sulle opere orfane dovrebbe essere il Congresso
Roma - Si tratta di un accordo che garantirebbe a Google un "significativo vantaggio sulla concorrenza", in barba a milioni di legittimi detentori del copyright. Un monopolio de facto, che l'azienda di Mountain View riuscirebbe a conquistare nel campo dei libri in formato digitale. Oltretutto basandosi su una massiva - e non autorizzata - distribuzione di copie online.
CosƬ si ĆØ espresso il giudice di New York Denny Chin, che ha bloccato l'ormai noto accordo da 125 milioni di dollari tra Google e gli editori statunitensi, rappresentati dalla Authors Guild e dalla Association of American Publishers. Una stretta di mano che aveva sepolto l'ascia di guerra, aprendo la strada ad un nuovo modello di business chiamato Google Books.
Ma l'atteso matrimonio era stato piĆ¹ volte osteggiato, in primis dagli editori all'altra sponda dell'Atlantico. Lo stesso Danny Chin aveva rimandato l'udienza fatidica, fermato dalle pressanti raccomandazioni del Department of Justice (DoJ) statunitense: in ballo c'erano anche le cosiddette opere orfane, quelle non direttamente riconducibili ad uno specifico detentore dei diritti.E sulle opere orfane si ĆØ pronunciato ora il giudice della Grande Mela, sottolineando come queste ultime debbano essere oggetto d'esame al Congresso e non all'interno di un accordo tra soggetti portatori d'interesse. Sarebbero le istituzioni a dover decidere sulla salvaguardia di tutti quei testi di padre ignoto o scomparso nel nulla. Google dovrebbe quindi restarne fuori.
Chin ha perĆ² riconosciuto l'utilitĆ di un progetto come quello relativo alla digitalizzazione delle opere, oltre che alla creazione di una vasta biblioteca disponibile a mezzo Internet. I termini dell'accordo tra BigG e gli editori andrebbero tuttavia troppo oltre, garantendo all'azienda di Mountain View un vantaggio eccessivo sui suoi competitor, giĆ indietro se confrontati con gli oltre 15 milioni di testi digitalizzati dalla stessa Google.
Non certo soddisfatti i rappresentanti del colosso del search, che rivedranno la decisione del giudice per trarre nuove conclusioni. Gli impegni di Google Books andranno cosƬ avanti, mettendo a disposizione dei lettori nuovi milioni di copie. "Come molti altri - ha spiegato BigG - crediamo che questo accordo abbia un potenziale, aprendo all'accesso a milioni di libri che sono oggi difficili da reperire negli Stati Uniti".
CosƬ si ĆØ espresso il giudice di New York Denny Chin, che ha bloccato l'ormai noto accordo da 125 milioni di dollari tra Google e gli editori statunitensi, rappresentati dalla Authors Guild e dalla Association of American Publishers. Una stretta di mano che aveva sepolto l'ascia di guerra, aprendo la strada ad un nuovo modello di business chiamato Google Books.
Ma l'atteso matrimonio era stato piĆ¹ volte osteggiato, in primis dagli editori all'altra sponda dell'Atlantico. Lo stesso Danny Chin aveva rimandato l'udienza fatidica, fermato dalle pressanti raccomandazioni del Department of Justice (DoJ) statunitense: in ballo c'erano anche le cosiddette opere orfane, quelle non direttamente riconducibili ad uno specifico detentore dei diritti.E sulle opere orfane si ĆØ pronunciato ora il giudice della Grande Mela, sottolineando come queste ultime debbano essere oggetto d'esame al Congresso e non all'interno di un accordo tra soggetti portatori d'interesse. Sarebbero le istituzioni a dover decidere sulla salvaguardia di tutti quei testi di padre ignoto o scomparso nel nulla. Google dovrebbe quindi restarne fuori.
Chin ha perĆ² riconosciuto l'utilitĆ di un progetto come quello relativo alla digitalizzazione delle opere, oltre che alla creazione di una vasta biblioteca disponibile a mezzo Internet. I termini dell'accordo tra BigG e gli editori andrebbero tuttavia troppo oltre, garantendo all'azienda di Mountain View un vantaggio eccessivo sui suoi competitor, giĆ indietro se confrontati con gli oltre 15 milioni di testi digitalizzati dalla stessa Google.
Non certo soddisfatti i rappresentanti del colosso del search, che rivedranno la decisione del giudice per trarre nuove conclusioni. Gli impegni di Google Books andranno cosƬ avanti, mettendo a disposizione dei lettori nuovi milioni di copie. "Come molti altri - ha spiegato BigG - crediamo che questo accordo abbia un potenziale, aprendo all'accesso a milioni di libri che sono oggi difficili da reperire negli Stati Uniti".
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